Al centro commerciale anche il figlio del precario è precario

Oggi è otto dicembre, data che da tradizione rappresenta l’inizio delle festività natalizie. La giornata è assolata e fredda, un leggero vento di tramontana ha portato via le nubi dei giorni scorsi. Oggi è otto dicembre, un giorno di festa per tanti ma non per tutti. Non lo è per i lavoratori dei centri commerciali, soprattutto se precari, sfruttati e sottopagati.

Ho provato molte volte a descrivere la condizione di chi si guadagna da vivere nei “templi dello shopping”, ho usato migliaia di parole, fatto centinaia di esempi, ma non sono mai riuscito fino in fondo a rappresentare quella condizione di instabilità, di sofferenza, di solitudine che ho provato da lavoratore e che ora ascolto da sindacalista nelle assemblee, nei posti di lavoro, nelle stanze sindacali.

Come descrivere quei sentimenti diffusi che tormentano molti di quei lavoratori che oggi stanno impacchettando i regali di Natale mentre abbozzano un sorriso per celare la loro precarietà a basso costo? D’improvviso una mamma, una bimba, un messaggio che mi spacca il cuore ed il dilemma è risolto. Poche e semplici parole quelle di Federica, parole che descrivono fino in fondo il dramma precario, parole che voglio condividere con voi:

“Ciao Francesco, non me lo fanno il rinnovo a Gennaio, e non mi spetta neanche il regalo di Natale per la bambina, alla fine nemmeno lei è ‘definitiva’. La cosa brutta è che prima ci hanno chiesto la lista con i nomi di tutti i bambini dei dipendenti e solo ora che i regali sono arrivati ci dicono che ai precari non spetta… E io che già l’avevo detto a Giorgia. Ora mi tocca inventare una scusa, ma a sei anni non sono più così ingenui i bambini…”

Federica, il nome è di fantasia per ovvie ragioni, con queste poche parole mi ha raccontato la fragilità della condizione precaria, una fragilità che ricade finanche sui figli. Lo ha fatto con delicatezza e con pudore, mostrando le preoccupazioni di ogni mamma. Lo ha fatto senza sapere che quel semplice messaggio racchiude in sé un mondo… Il mondo precario.

Ora potrei provare a parlarvi della mia rabbia, della mia frustrazione, della tenerezza e dell’affetto che ho provato, di tutti quei sentimenti che si sono scatenati in me per quel semplice messaggio, ma non sarei capace di aggiungere o togliere nulla alle parole di Federica. Anzi no, una cosa la posso aggiungere: un bel regalo di Natale per Giorgia!!

About Francesco Iacovone

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2 Comm.

  1. Lavoro anch’io in un centro commerciale è sarebbe un onore x me poter regalare un piccolo dono a Giorgia. Come posso fare?Chiara

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