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Al supermercato: quando la solidarietà commuove

Qualche giorno fa, durante lo sciopero degli addetti di un supermercato a rischio cessione, si sono avvicinate al presidio tre donne ed in maniera concitata ci hanno chiesto: “Cosa possiamo fare per rendere concreta la nostra solidarietà? Avete predisposto una raccolta firme?” Ed una delle tre ha aggiunto: “abbiamo appreso la cosa su facebook e ci siamo precipitare, non mi vergogno a dire che ho pianto”.

Non nascondo, come non ha fatto quella donna, che l’episodio mi ha emozionato, mi ha fatto pensare ai rapporti umani che si stabiliscono in quel microcosmo dentro il quale qualcuno lavora e tanti fanno la spesa. Un gesto che testimonia la bontà del lavoro di tanti onesti lavoratori che, dopo anni di serio e professionale impegno, rischiano di ritrovarsi disoccupati.

Ma credo che per spiegare quello che intendo il modo più efficace sia quello di lasciar parlare la lettera degli affezionati clienti di un altro supermercato, un altro microcosmo, il supermercato Despar di Castelvetrano; lettera dedicata agli ex lavoratori ormai licenziati con i quali, giorno dopo giorno, si era creato un rapporto che andava aldilà del semplice rapporto di clientela:

Ci siamo resi conto che il vento stava cambiando quando non abbiamo più visto, davanti all’ingresso, il tizio di turno che chiedeva l’elemosina. Poi abbiamo cominciato a non trovare alcuni prodotti al banco frigo, sugli scaffali… poi gli scaffali stessi e la fila alla cassa è diventata un ricordo.
Tre giorni fa abbiamo comprato prosciutto cotto… chi ci ha servito ci ha detto che era l’ultimo prosciutto, non ce n’erano più da aprire… Sembra lo specchio dell’Italia di oggi, questo supermercato povero, spoglio, saccheggiato… Però mai, mai in tutta questa vicenda è scomparso il sorriso e la cordialità degli impiegati del Despar nei confronti di tutti noi clienti.
Oggi siamo tutti qui, un flash mob si dice, per dirvi solo Grazie. Grazie, ragazzi, per tutte le fettine di prosciutto arrotolate e i tocchetti di parmigiano, offerti tra una chiacchiera e l’altra, davanti a quel banco salumi ricco e pulitissimo dove non c’è stato chi, per 5 minuti, non abbia staccato la testa dai problemi e pensieri per scherzare con Franco e Tonino.
Grazie per tutte le verdure fresche che ci avete venduto, per i finocchi e le carote pesati dopo aver tagliato le foglie, per il gambo di sedano regalato, per le ciliegie assaggiate. Grazie per tutte le battute, gli sfottimenti calcistici, gli aggiornamenti del gossip locale, grazie per le carezze ai bimbi che avete visto crescere giorno dopo giorno in questo supermercato che, diciamolo pure, è stato un’appendice della casa di ognuno di noi…
Soprattutto di chi (anche giornalmente) entrava alle 19.55 per l’ultimo immancabile acquisto! Perché… se vai altrove… non puoi fare a meno di fare le differenze! Di notare che, se non glielo dici, il salumiere non la toglie la prima fettina di pancetta che si è scurita, non ti regala gli assaggini per il gatto (di cui non conosce né vita, né morte e né miracoli) ma soprattutto, spesso, non sorride, non conosce il nome dei nostri mille figli, sorelle, parenti vari; le materie che hanno dato all’università, i viaggi che hanno fatto.
E al banco carne, altrove, non ti consigliano la carne giusta per una cotoletta come la voglio io; non ti dicono, con sincerità, se il fegato è fresco o se la fettina è tenera per i bambini… e alla frutta e verdura degli altri supermercati non ti dicono quali sono le patate buone per friggere o i carciofi di stagione. Che dire… Ci dispiace veramente tanto rischiare di perdervi.
Quando nella vita si perde un punto di riferimento, si perde un compagno che con la sua presenza ci ha fatto sentire un po’ meno soli in questo viaggio, tra mille difficoltà… perciò grazie di esserci stati, ogni giorno, anche di domenica e con orario continuato.
Grazie a voi Manuela, Franco e Tonino, Gaspare, Enza, Calogero, Salvatore, Felice, Signor La Rosa, Grazie anche a te ombroso Foscari. Grazie e in bocca al lupo a tutti. Il signore vede e provvede e questa non è una promessa, è una minaccia!

Non credo sia il caso di aggiungere altro. Tante storie, tanti microcosmi, tante relazioni, un unico assente: lo sfruttatore.

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