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Cassiere: Un giorno da leone nel centro commerciale!

Io sarei un cassiere apatico, ateo, apolitico, anaffettivo! Non avrei un briciolo di sentimento e forse neanche troppi pensieri. Sorrido poco. Così dice il responsabile delle risorse umane del mio negozio nel centro commerciale che intanto mi cambia continuamente di turno ed io non batto ciglio. Batto invece i prezzi sul registratore di cassa con quel “bip-bip” continuo che ronza nelle orecchie, anche prima di addormentarmi. Niente distrazioni, no! Non ne ho desiderio. Trascorro i giorni in attesa dei nuovi che si susseguono.

Giulia, hai ragione! Dovresti lasciarmi.

Sono stretto ai miei milleduecento euro netti al mese e lo sei anche tu. Niente recriminazioni, no! Non verso di te! Ti regalerei la tua dipartita da questa relazione incolore trovandoti quel lavoro che non c’è.

Farei anche di più. E come! Di fuoco mi accenderei, brucerei nella passione e di ardore si colorerebbero i miei passi e i miei pensieri!

Signor Presidente, signor Deputato, signor Senatore, cambiamoci di posto! Le regalo un giorno da leone! Uno per me e uno per lei, nello stringerci in questo patto. Altro che eroi di cartone! In carne ed ossa mettiamo in atto questo disegno.

Lei farà il cassiere ed io il Presidente, il Deputato, il Senatore. Manterrò i miei milleduecento euro entrando a Montecitorio, non un soldo di più. Lei non rinuncerà ai suoi diecimila euro mensili mentre batte sul registratore di cassa. Il tempo di una legislatura e ritorniamo ai rispettivi posti.

Studierò, mi aggiornerò, penserò, agirò, sapendo che al mio rientro, come cassiere, troverò ciò che avrò costruito. Lei, lei invece, dopo aver battuto sul registratore di cassa milioni e milioni di articoli di merce, dopo essersi alzato quattrocento, cinquecento giornate alle cinque del mattino, dopo aver coperto quaranta, cinquanta turni domenicali, dopo aver sorriso e sorriso a tutti i clienti indistintamente, dovrà ritornare a Montecitorio.

Allora sarò io così curioso, così interessato, così fremente nell’attesa di conoscere il suono, il colore, il ritmo e l’intonazione delle sue parole. Quali saranno? Sarò qui pronto ad ascoltarla!

Giulia, scusa! Non è vero che non badavo a te! Ero solo sovrappensiero.

Storie di “Biagia Todino”

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