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Commercio: il lavoro festivo non è obbligatorio

Il lavoro festivo non è obbligatorio e proprio durante la giornata della Festa della donna è arrivata la sentenza del Tribunale di Rovereto attesa da molti lavoratori del commercio, che conferma la facoltatività assoluta della prestazione lavorativa durante i giorni di festa e che pone un argine al processo di liberalizzazione selvaggia degli orari d’apertura dei negozi, avviato dal decreto Monti, noto come “Salva Italia”.

Il Giudice del Tribunale di Rovereto, chiamato ad esprimersi in merito ad un contenzioso promosso da alcune lavoratrici Aspiag Service, si è pronunciato chiaramente a vantaggio dalle stesse. Le quali chiedevano l’annullamento delle clausole contrattuali sottoscritte al momento dell’assunzione, che le vincolavano ad accettare di prestare servizio in una delle giornate festive stabilite all’articolo 142 del CCNL del Commercio.

Questa sentenza va a sommarsi a quella dell’agosto scorso, nella quale la Corte di Cassazione ha sancito che: “il lavoratore non può essere costretto dal datore di lavoro a fornire la sua prestazione lavorativa nelle giornate festive infrasettimanali e che ogni sanzione disciplinare è da ritenersi nulla.” (Sentenza n. 16592/2015).

Così si concludeva positivamente un’altra battaglia legale intrapresa da una commessa e iniziata nel lontano 2004, ben 11 anni per confermare il diritto Costituzionale di “non obbligatorietà al lavoro festivo”.

Questo a conferma di quello che l’Unione Sindacale di Base denuncia ormai da anni: “Il datore di lavoro è libero di aprire nelle giornate di festa ma non può, in alcun modo, rendere queste giornate obbligatorie come purtroppo accade in molte realtà del commercio. Il lavoratore ha diritto di dare o meno la sua disponibilità al lavoro”.

Nei luoghi di lavoro dove USB ha una forte rappresentanza, il datore di lavoro si è trovato costretto a chiedere al lavoratore la sua disponibilità al lavoro festivo. Questo dimostra che lottare per i propri diritti costringe le aziende al rispetto degli stessi.

Il diritto assoluto di vivere la famiglia, la propria casa e di avere una dignitosa vita sociale, non può continuare ad essere minato dai templi dello shopping, aperti 7 giorni su 7, e dalle sfrenate regole del consumismo che vogliono scandire ogni istante della nostra quotidianità.

Su questi temi l’USB continuerà le sue battaglie nei luoghi di lavoro per ridare la libertà di vivere la propria vita ai milioni di lavoratori e lavoratrici del commercio schiacciati dalle aperture selvagge dei negozi e dei centri commerciali.

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