Sara è una commessa che fino a ieri lavorava alla Coop. Sara ha 3 figli e fino a ieri portava a casa l’unico reddito familiare, circa 700 euro al mese. Sara Catola è stata licenziata!
E’ ancora notte e la luna è alta nel cielo, un caffè e la mia solita sigaretta, uno scambio di messaggi con Diego e la preoccupazione che mi impedisce di dormire: a Livorno sono già in presidio, a Livorno sono in lotta per Sara e per la dignità del lavoro.
Quello della commessa è un mestiere anonimo. Ma dietro i mestieri anonimi ci sono persone: madri, padri, nonni, mariti, mogli, figli. C’è anche Sara, una donna che in 12 anni di lavoro, mai si era vista comminare un provvedimento disciplinare, mai era stata ripresa e, sopra ogni cosa, era un punto di riferimento per tutti. Una delegata sindacale di quelle sulle quali puoi contare davvero, un’amica fidata.
Sara è stata licenziata senza scrupoli. Secondo l’azienda, la delegata USB avrebbe svolto un altro lavoro durante un periodo in cui era in congedo parentale Inps al 30%. In realtà Sara utilizzava quel congedo allo scopo per il quale il legislatore lo ha pensato, ossia essere presente al fianco dei figli in alcuni periodi, come quello estivo, in cui asili e scuole sono chiusi. Secondo la legge, la funzione del congedo è infatti quella di “consentire la presenza del genitore accanto ai figli al fine di soddisfare i loro bisogni affettivi e relazionali”.
Ci vuole davvero tanto pelo sullo stomaco per licenziare una mamma di tre bambini, quel pelo sullo stomaco proprio di ogni azienda, di ogni manager che vede i lavoratori e le lavoratrici esclusivamente come costi da tagliare. E non importa se “la Coop sei tu”, e non importa che tra poco sarà Natale e quei bambini troveranno sotto l’albero il licenziamento di una mamma presente e premurosa. Quello che importa è il profitto, costi quel che costi.
Donne assunte con contratti part-time che non hanno scelto, con salari al di sotto della soglia di povertà. Donne che non riescono più a gestire la quotidianità; che non hanno più tempi di vita e non possono programmare neanche una visita medica. Donne atterrite dalla paura, perché se qualcuno le ritiene in errore pagano con il massimo della pena: il licenziamento.
Ieri sera ho parlato a lungo con Sara, per nulla abbattuta e pronta a lottare per il suo posto di lavoro. Sara in livornese mi ha confidato: ” ‘un hanno fatto male a me, hanno fatto male ai miei figlioli…” #iostoconSara perché la sua battaglia ci riguarda tutti, nessuno escluso. Perché quella ferita è anche la nostra ferita. Perché un mondo così fa schifo, fa schifo davvero!!
Sarà i impopolare, ma se è stata licenziata perchè svolgeva un altro lavoro l’azienda aveva tutto il diritto di farlo, mentre se non è vero Sara ha tutto il diritto di impugnare il licenziamento e dimostrando le sue ragioni in 5 minuti verrà reintegrata e risarcita…
Non è del tutto vero. Sara farà certamente ricorso. Ma non è detto che sarà reintegrata. Secondo il Jobs act, può essere anche liquidata con una manciata di soldi. Anche se la ragione e’ dalla sua parte…
Ciao Mario, il caso di Sara potrebbe rientrare nella fattispecie del “licenziamento discriminatorio” e di conseguenza, nonostante il Jobs Act, il Giudice potrebbe sentenziare la reintegra.
L’AZIENDA HA IL DIRITTO DI FARLO SE SVOLGI UN SECONDO LAVORO NELL’ORARIO DEL LAVORO ALLA COOP, MA SE LO SVOLGI ALLA FINE DEL TUO TURNO PUOI FARLO ! CREDO CHE CON € 700,00 E TRE FIGLI A CARICO SIA UN PO’ DIFFICILE CAMPARE ! E’ NORMALE CHE FACESSE UN’ALTRO LAVORO !!
TANTO SONO GARBATI ALLA COOP !
Vergogna….
#iostoconSara
Stare on Sara è un dovere morale: #iostoconSara
Forti con i debli e deboli con i forti… #iostoconSara
Forza Sara, forza!! I bocca al lupo a te e ai tuoi tre bambini
Non capisco: aveva un altro lavoro mentre era in congedo? Ma si può fare?! Non credo proprio… Spero che la coop abbia davvero verificato la cosa, in caso contrario sarà subito dichiarato illegittimo
Se avesse comunque fatto un altro lavoro riesco a capirla…. Con 700 euro al mese non si mantiene una famiglia con tre figli. Non sara’ sicuramente legale e neanche etico ma di sicuri e’ comptensibile
Non ha fatto un altro lavoro… Ma anche io la capirei se avesse arrotondato. Quello che non è etico è un salario da 700 euro al mese!!
Sarà e’ stata licenziata, anche non considerando il licenziamento discriminatorio, senza giusta causa. Perciò la legge Fornero, che si applica ai lavoratori assunti prima del 7 marzo 2015, prevede la reintegra.
Sbagliato…..la legge delinquenziale fornero monti ( pd pd sel ecc) lascia discrezionalità al giudice
Dopo ben 9 mesi, la Giudice del Lavoro di Livorno ha ritenuto sproporzionato e illegittimo il licenziamento di Sara Catola, lavoratrice Coop espulsa ingiustamente dal mondo del lavoro, ma non l’ha reintegrata a causa della schifosa legge Fornero. Azienda senza pietà e legge dalla parte del più forte. La battaglia continua, #IoStoConSara
Non male. Direi quindi che con questa vicenda abbiamo messo l’ennesima pietra tombale sulla solidarietà e sui principi fondamentali del mondo cooperativo. Non entro nel merito dalla sentenza, dico solo che oggi i massimi dirigenti delle cooperative sono manager con la stessa formazione e moralità di un marchionne qualsiasi che se ne strafottono della funzione sociale che dovrebbero avere le aziende che dirigono.
Condivido in pieno il tuo pensiero, la funzione sociale è divenuta un simulacro imbiancato sottomesso al profitto.
Io non compro alla coop