Cara Azienda, ti scrivo perché non è con quella scintillante spilletta che hai consegnato al tuo personale per essere messa in bella mostra sulla divisa, che si combatte la violenza sulle donne…
Cara azienda, ti scrivo perché la violenza di genere non è come una foglia che cade solo a novembre, accade tutti i giorni dell’anno. E non basta la giornata del 25 novembre, troppo spesso infarcita di falsa ipocrisia, per combatterla…
Cara azienda, ti scrivo perché la violenza sulle donne non è una campagna pubblicitaria per aumentare gli acquisti d’impulso…
Cara Azienda, ti scrivo perché la violenza sulle donne non è soltanto quella brutta cosa per la quale si muore o si viene stuprate; è anche quella violenza silente che origina dagli squilibri nei rapporti di genere, che si alimenta nei rapporti di potere presenti all’interno delle relazioni, siano esse familiari o di lavoro. Quella violenza che parla della volontà di controllo, dominio, possesso degli uomini sulle donne…
Cara Azienda, ti scrivo perché sono stufo di veder mercificato finanche uno dei reati più odiosi e dolorosi, ti scrivo perché troppo spesso la violenza di genere viene perpetrata proprio nei luoghi di lavoro, alimentata dall’autoritarismo e dall’omertà…
Cara Azienda, ti scrivo affinché questo novembre divenga un novembre lungo tutto l’anno, ti scrivo affinché la scintillante spilletta si trasformi in atti concreti a tutela delle lavoratrici e smetta di essere un mero veicolo pubblicitario da mostrare ai tuoi clienti…
Cara Azienda, ti scrivo e ricorda che io, a differenza del vecchio adagio cantato da Lucio Dalla, non mi distraggo… Neanche un po’!