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Gucci: sulle nozze nessuna distinzione di sesso

Siamo a Firenze in via delle Caldaie. Siamo nel laboratorio che vide i natali di Gucci, la nota griffe del lusso. L’occasione è importante e l’ex laboratorio è ormai un luogo di rappresentanza. Siamo nel pieno della trattativa per il rinnovo del contratto integrativo aziendale.

Durante la trattativa è emersa la possibilità che si concretizzi uno di quegli eventi che, sommati tra loro, sono capaci di cambiare una cultura: l’azienda si è dichiarata favorevole ad estendere i 15 giorni di ferie matrimoniali anche ai lavoratori che vivono rapporti di coppia con persone dello stesso sesso e hanno contratto matrimonio all’estero.

Anche se l’accordo non è stato ancora formalmente siglato, la notizia è stata accolta con favore dai lavoratori che ne sono venuti a conoscenza. «È un passo importante in direzione delle coppie di fatto – mi racconta un delegato RSU, un commesso 45enne di un punto vendita romano – mercoledì ero presente alla trattativa in qualità di delegato sindacale e quando sono tornato al lavoro ho potuto registrare la gioia di alcuni colleghi, non appena hanno appreso la notizia. Sono rimasti meravigliati, non se l’aspettavano. Speriamo davvero che questo salto in avanti sia solo il primo passo per l’estensione di altri diritti ai lavoratori».

Si tratta di un’apertura importante, in un momento nel quale il tema è molto dibattuto nel Paese. Il Governo balbetta e prende tempo tra strumentalizzazioni polemiche, tweet fuori luogo e intromissioni della Chiesa. Il solito teatrino della politica che non tiene in alcun conto i mutamenti culturali e le esigenze reali della gente.

Siamo contenti che Gucci, sulle unioni civili, abbia deciso di assumere una posizione così virtuosa: finalmente si supererebbe la disparità di trattamento delle coppie, almeno sulle ferie matrimoniali.

Chi mi conosce sa bene che non ho mai lesinato critiche alle aziende, anche alla stessa Gucci. Ma in questo caso non posso che registrare con soddisfazione la disponibilità ad estendere un diritto e ad annullare la distinzione tra coppie etero e omosessuali.

Chapeau, in questo caso l’azienda si è distinta davvero.

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