I giusti compagni di viaggio

Sono emozionato ed è difficile trovare le parole, ma quando le trovo non bastano… L’ultima vertenza che ho affrontato, che purtroppo è ancora in corso, mi ha dimostrato ancora una volta che sulle giuste strade si incontrano i giusti compagni di viaggio. E mi riferisco a tutti quelli che hanno scelto di stare #dallapartediSimona.

Sono tanti, e io stamane ne voglio ricordare alcuni: il genio dell’hasthag: Tiziana Barillà​, la prima giornalista che ha ripreso la notizia; la mia amica e collega: Michela​; il mitico hostmaster del gruppo web USB: Robert​; l’Unione Sindacale Di Base​ che mi concede fiducia; i colleghi di Simona: Romina​, Cosimo​, Sara​, Alessio; i tanti cittadini indignati che, tweet dopo tweet, post dopo post, mail dopo mail, firma dopo firma, hanno creato questo fiume in piena di solidarietà.

Qualche giorno fa la mia amica Tiziana mi ha letto una favola dal suo libro stropicciato di quando era bambina: “Giacomo di Cristallo” di Gianni Rodari. Tiziana, tra le sue tante professioni, fa anche la doppiatrice e, con la sua emozionante lettura, ha risvegliato in me il ricordo di una favola ascoltata da bambino.

Gianni Rodari, uomo del popolo, figlio di un panettiere e di una commessa, maestro di una scuola che non c’è più, in quella favola ha racchiuso tutta la magia che ha prodotto tanta solidarietà. La magia che insieme siete riusciti a ricreare…

Grazie di cuore a tutti i “Giacomo di Cristallo” che, con caparbietà, hanno mostrato “sdegno e condanna per le ingiustizie”, schierandosi senza se e senza ma #dallapartediSimona.

Giacomo di Cristallo
Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente.
Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l’aria e l’acqua. Era di carne e d’ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva un bernoccolo trasparente.
Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca.
Una volta, per isbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente potè vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità, e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie.
Un’altra volta un amico gli confidò un segreto, e subito tutti videro come una palla nera che rotolava senza pace nel suo petto, e il segreto non fu più tale.
Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli facevano una domanda, prima che aprisse bocca.
Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava “Giacomo di cristallo”, e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili.
Purtroppo, in quel Paese, salì al potere un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciare traccia. Chi si ribellava veniva fucilato. I poveri erano perseguitati, umiliati e offesi in cento modi.
La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze.
Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente, e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno. Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza.
Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione.
Ma allora successe una cosa straordinaria: i muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, ed infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri.
Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce, e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire. Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.
Gianni Rodari da “Favole al telefono” (Edizioni Einaudi) e “Il gatto viaggiatore” (Editori Riuniti)

Un in bocca al lupo enorme a Simona, per tutto!!

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