Leggo su Facebook che una lavoratrice Coop ha subito un infortunio sul lavoro. Ma non è un nome senza volto, io lei la conosco, e conosco sua sorella, lavoratrice di un’altra azienda. Le conosco perché abbiamo fatto tante battaglie sindacali assieme, dopo che sempre su Facebook abbiamo conosciuto il sindacato che ci ha fatto incontrare. Scrivo immediatamente alla sorella, e lei mi dice di aver appreso la notizia nel mio stesso modo. Tante critiche ai social network, eppure in questo caso GRAZIE ad un social network noi ci siamo trovate, e abbiamo messo in connessione le nostre lotte sul lavoro. Abbiamo fatto sit in e manifestazioni insieme. E quando si lotta non c’è cosa più bella di vedere nascere anche amicizie profonde. Viverle. Sapere che anche in ospedale non si è soli, che oltre alla famiglia troverai i tuoi compagni di lotta, a sostenerti anche in questa battaglia.
E così rifletto. Guardo il cielo, grigio, in attesa che scoppi un temporale. E tremo.
Finita l’afa di questa estate 2017 che non ci ha fatto respirare, e tornati temporali e maltempo. A Roma scatta l’allerta meteo, la città va in tilt, come sempre, con le sue vie intasate, allagate, bloccate.
Massima attenzione al problema SEMBRA. Scrivo “sembra” perché il problema è atavico e strutturale e non è mai stato risolto. Così come non viene risolto nel resto del nostro Belpaese. A Livorno l’alluvione mette in ginocchio la cittadinanza. Nessuna misura preventiva o contenitiva è stata messa in atto. La sicurezza e la prevenzione nel nostro Paese non sono considerate delle priorità. Siamo il Paese che piange e si rimbocca le maniche, quelli della solidarietà dei lavoratori UNICOOP che cedono le loro ferie per la città di Livorno. Ma siamo anche il Paese che non si attrezza per dotarsi di un sistema preventivo delle tragedie. E così le sfioriamo ogni giorno, è spesso le subiamo con tutta la drammaticità che comportano. Nei posti di lavoro assistiamo ad una crescita preoccupante di morti e incidenti, causati proprio da questa noncuranza delle norme sulla sicurezza.
Sfiorano le tragedie i lavoratori del commercio, bloccati in negozi che DEVONO RESTARE APERTI anche se dentro i negozi piove, a volte anche eternit, dal tetto insieme alla pioggia. Le sfiorano tutti quei lavoratori che maneggiano strumentazioni pericolose (dagli agenti chimici delle fabbriche fino alle lame delle affettatrici di un qualunque supermercato di quartiere), in totale assenza della fornitura dei dispositivi di protezione individuale (DPI).
Esiste un solo imperativo che troneggia nei luoghi di lavoro: “bisogna essere produttivi a qualunque costo!”. Un giorno il prezzo è la mano di una lavoratrice Coop, un giorno il ginocchio di un lavoratore del commercio caduto a terra mentre aspirava l’acqua piovana dal pavimento, altre la vita dell’operaio schiacciato da una macchina. Si verseranno lacrime, proporzionali all’entita’ del danno subito, si discuterà un po’ sulle cause degli incidenti, magari cercando di dare la responsabilità alla distrazione dei lavoratori, a volte emergerà che la tale azienda non ha fornito i dispositivi di sicurezza o l’adeguata formazione. E poi tutto verrà risucchiato di nuovo nella dimenticanza. Perché l’imperativo resta la produttività, non la sicurezza.
Ma per chi ha memoria invece la sicurezza diventa un compito prioritario, sono i tanti RLS, i responsabili dei lavoratori per la sicurezza, sono rappresentanti eletti dai lavoratori, all’interno dei luoghi di lavoro, rappresentanti sindacali che le condizioni di ogni realtà le vivono in prima persona. A loro oggi va la mia gratitudine per l’impegno costante, per le lotte quotidiane, di fronte ad aziende che spesso pensano solo a quanto hanno incassato nonostante la crisi, il maltempo o la concorrenza. A loro che, oltre a svolgere le loro mansioni, monitorano i segnali di pericolo, evidenziano inefficienze per mettere i luoghi di lavoro in sicurezza, per contribuire ad elaborare risposte più efficaci alle varie emergenze. E di loro c’è davvero sempre più bisogno, se al centro commerciale I GIGLI di Firenze un lavoratore ha subito un infortunio a causa dell’impreparazione degli addetti ai lavori ad una chiamata di evacuazione immediata dei locali.
Nei posti di lavoro c’è sempre maggiore bisogno di sicurezza, di prevenzione dei rischi. I lavoratori hanno sempre maggiore bisogno di RLS. Le lotte coraggiose di questi lavoratori sono silenziose, non vanno mai in prima pagina, sono lotte quotidiane, ma sono di fondamentale importanza. Lavoratori al fianco dei lavoratori, nei posti di lavoro, e troppo spesso ancora anche negli ospedali o negli obitori. Perché non sempre le loro battaglie trovano ascolto, a volte arrivano a tragedia avvenuta.
A tutti gli RLS che ho incontrato va la mia gratitudine e il mio incondizionato sostegno. Perché questa lotta ci unisce, trascende le relazioni lavorative e sindacali, entra a pieno titolo nella vita individuale di ognuno. La loro lotta è il sorriso dell’addetta alla gastronomia che trova il suo RLS all’uscita della sala operatoria, dopo che le hanno ricucito i tendini della mano, ma è anche l’impegno profuso nell’informazione ai colleghi, nella formazione e nello studio della prevenzione dei rischi.
Un giorno forse diventeremo un paese di diritti rispettati, ma adesso abbiamo bisogno degli RLS, perché se i contratti nazionali ci stanno togliendo tutele almeno loro impediranno che le nostre vite siano messe in pericolo.
Ancora GRAZIE a tutti Voi!
Maria Sarsale