E’ domenica e stamane il mio orologio biologico mi ha lasciato finalmente in pace. Mi sono svegliato insolitamente tardi e un po’ mi sento in colpa. Già, perché io sono uno di quei fortunati che non ha bisogno della sveglia domenicale, a differenza dei tanti lavoratori del commercio.
Ho detto e scritto molto a riguardo, ma stamane ho voglia di agire. Riordino le idee, un caffè e mi metto subito al lavoro. E’ stata una settimana complicata, molte le richieste di aiuto di lavoratrici mamme, impossibilitate a prendersi cura dei propri figli, alle prese con orari impossibili al prezzo di un salario da fame.
Il popolo dei senza domeniche, gli invisibili lavoratori del commercio, non hanno scelta. Non possono decidere cosa fare, neanche la domenica. Non possono decidere come trascorrere una giornata che per sua natura è dedicata alla socialità, al riposo, alla riflessione, alla cultura, allo sport. Oltre tre milioni di uomini e donne condannati dal decreto del governo Monti, noto come “salva Italia”, a trascorrere i giorni di festa al lavoro, spesso dentro un centro commerciale.
Questa è la problematica più sentita nel settore ed ogni giorno ascolto una nuova storia, una nuova sofferenza; a volte raccontata tra le lacrime di chi non ne può più!! Allora mi metto al cellulare e contatto quei movimenti che si battono contro il lavoro domenicale e festivo, che si sono raccolti sotto il nome di “domenica no grazie”, e insieme concordiamo una protesta, scegliamo una data, sarà il primo di novembre.
Insieme prenderemo contatti con le associazioni di piccoli commerciati – che stanno soccombendo sotto il peso delle multinazionali del settore – con la società civile e con i politici che si vorranno schierare contro questo modo malato di fare commercio. Insieme a chi ci vorrà stare, grideremo che il commercio può e deve essere etico e sostenibile. Insieme grideremo che i lavoratori hanno dei diritti e che le liberalizzazioni non hanno fatto altro che spostare le abitudini degli italiani, senza rendere alcun valore aggiunto ai fatturati, ma soprattutto alla crescita occupazionale e salariale.
Insieme ai movimenti contro il lavoro domenicale, ai cittadini che hanno capito l’inganno e ai politici che avranno il coraggio di dire no alle lobbies del commercio: domenica primo novembre saremo in piazza a Roma. Sarà una bella piazza, una piazza piena di dignità che rivendicherà il sacrosanto diritto al riposo domenicale e festivo per tutti e tutte.
Scegliete voi la piazza con un post su facebook, un tweet, una e-mail, con l’hashtag #domenicanograzie… noi porteremo la polenta e la pasta Rummo, in solidarietà ai lavoratori del pastificio beneventano colpito dall’alluvione. Perché domenica è sempre domenica!!
La domenica dovresti poter stare con chi ami, svegliarti tardi al mattino e fare l’amore. Dovresti poter improvvisare la colazione a letto, cucinare insieme e passare il pomeriggio sul divano iniziando film che non finirai di vedere perchè inizierai a fare l’amore. La domenica dovresti poter stare con chi ami, ricaricare le forze ed essere pronto per una nuova settimana. La domenica dovrebbe essere così…
Condivido Irene… Pienamente!!
Maria Elena, se vuoi io sono una ex commessa che dopo 26 anni di negozio ha detto BASTA.