Ecco un brano del bel pezzo di Leonardo Filippi, apparso su Left, in edicola in questi giorni, in cui con ampi stralci si cita “I consumati”, nei capitoli in cui si espone l’inchiesta sul campo sulla condizione materiale dei lavoratori del commercio.
«Quando entri spesso non trovi solo il commesso, ma anche il fornitore che posiziona le merci sul proprio espositore, la promoter che ti fa assaggiare il succo di frutta, tutti personaggi con inquadramenti diversi: questo spacchettamento dei ruoli ha fatto scivolare le condizioni salariali al livello degli operai metalmeccanici polacchi, o degli operatori di call center in Albania, in un settore come quello della distribuzione che per ovvi motivi non può essere delocalizzato».
A guidarci in questo groviglio di cavilli è Francesco Iacovone, sindacalista Cobas, da sempre in prima fila nella difesa dei diritti dei lavoratori del commercio. «Part time, tempo determinato, somministrazione, a chiamata, apprendistato, merchandiser, promoter, interinale, job on call, stage, voucher, lavoro indiretto»: ne I consumati (Massari editore), saggio che sarà a breve in libreria, Iacovone insieme a Marco Ferri, co-autore, tratteggia il lungo elenco di figure, con varie gradazioni di precarietà, che tengono in piedi i supermercati in cui andiamo a fare la spesa.
Se «il consumo di beni all’ingrosso ha, in effetti, permesso la tenuta del Paese nella crisi», spiega il sindacalista, «ciò non è avvenuto grazie al regalo di qualcuno, ma tramite la compressione dei diritti e dei salari dei lavoratori della filiera» (…)
Una compressione di tutele i cui effetti bersagliano in particolare le donne.
«Rappresentano l’80% dei lavoratori nel commercio – aggiunge il sindacalista – hanno spesso contratti a tempo parziale e sono, con una frequenza allarmante, oggetto di violenze di sorta».
Storie che sembrano uscite da un romanzo, tanta è la disumanità che portano con sé. Invece sono drammaticamente vere. (…)
Storie che indignano, e compongono uno spaccato che ha bisogno di essere raccontato, denunciato.
«Ho ascoltato i racconti di commesse costrette ad orinare in un secchio, nel retrobottega, perché non hanno una persona che li sostituisce. Parliamo di condizioni umilianti, in uno dei pochi settori che ancora garantisce occupazione», torna a dire Iacovone.
Il libro è già disponibile nelle librerie, è possibile acquistarlo nelle sedi Cobas di Via Abigaille Zanetta 95 e di viale Manzoni 55 a Roma, e su Amazon anche utilizzando il Bonus Cultura e il Bonus Carta del Docente