Jovanotti lavoro gratis pensieri parole

Jovanotti canta per noi: il lavoro non è gratis!

Jovanotti e il lavoro gratis: correva l’anno 1985… si… comincerei proprio da qui… qualche capatina al “Veleno” con i miei amici ce la facevo anche io. Ricordo i divanetti e l’atteso momento dei lenti. Si, perché nel 1985 ancora si ballavano i lenti. Il DJ di quel locale romano alla moda era proprio Lorenzo Cherubini. Il look era diverso ma lo ricordo come se fosse ora: con il suo cappellino indossato in modo eccentricomentre gridava ad un branco di adolescenti scatenati il suo indimenticabile “jo-jo” …

Correva l’anno 1985 e non credo che il diciannovenne Jovanotti facesse il DJ gratis, per uno dei locali più alla moda della Roma di quegli anni.

Ma arriviamo ad oggi: Jovanotti vende a caro prezzo un posto ai suoi concerti, ma dice sì al lavoro gratuito degli altri «se serve a fare un’esperienza». Siamo al Polo delle scienze sociali dell’università di Firenze, l‘aula è gremita di probabili futuri disoccupati e questa è la risposta alla domanda di una studentessa su come si fa a «lavorare nella cultura» in Italia.

Certo, i mainstream ci hanno ricamato un po’ su, d’altronde l’assist fornito dal cantante era di quelli da non lasciarsi sfuggire: ma quella frase nasconde una cultura che ci stanno lentamente inoculando, come un veleno; nasconde quanto sta accadendo all’expo di Milano. Quella frase nasconde il progetto, dei politici e degli imprenditori, sulle nuove relazioni industriali di questo paese.

Certo, i mainstream ci hanno ricamato un po’ su, ma un personaggio pubblico di successo, che indossa gli abiti di un professore universitario, deve saper misurare le parole. Deve tener ben presente che l’unico termine che identifica il lavoro gratis è “schiavitù”. Si, perché chi lavora gratis non è altro che uno schiavo.

Jovanotti dovrebbe conoscere la differenza che passa tra un “lavoretto estivo” in una sagra di paese e lo sfruttamento di migliaia di giovani diplomati o laureati. Dovrebbe conoscere i contenuti del Jobs Act. Certo, i mainstream ci hanno ricamato un po’ su, ma le affermazioni della star racchiudono l’ideologia che ha istituito il lavoro gratuito all’Expo. Un evento dagli introiti milionari che vede migliaia di ragazzi lavorare gratuitamente.

Jovanotti, in uno dei suoi tanti successi, si è definito “ragazzo fortunato” perché gli hanno regalato un sogno. Quel testo dice anche che “di dieci cose fatte te ne è riuscita mezza e dove c’è uno strappo non metti mai una pezza”. Allora io chiederò a Lorenzo di mettercela questa benedetta pezza, chissà se mai mi ascolterà?

A te, caro Lorenzo… a te che suonavi la musica dei miei primi amori in quel fumoso locale della Roma bene, voglio ricordare di Francesco. No Lorenzo, non voglio ricordarti di me, ma di Francesco Pinna, ragazzo di Trieste con tutta la vita davanti.
Vedi Lorenzo, Francesco alternava studio e lavoro, uno dei tanti studenti che firmano un contratto a brevissimo termine. Francesco firmò quello necessario per costruire l’impalcatura del tuo concerto al PalaTieste, nel dicembre del 2011. Francesco aveva appena vent’anni ed è morto al prezzo di 5 euro l’ora, prezzo troppo basso per garantire condizioni decenti di sicurezza.
A te, caro Lorenzo, voglio fare una proposta. Diamo per acquisito che i media ti hanno strumentalizzato, e allora dagli una bella lezione: canta gratis per ricordare un’esperienza. Canta gratis per ricordare Francesco e gli altri 6 operai feriti in quella triste giornata; canta gratis per il lavoro e per i lavoratori.
Canta gratis per ricordare a tutti che il lavoro è cosa nobile e non si regala A nessuno!

About Francesco Iacovone

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