Ho iniziato a fare la ‘commessa’ a 20 anni, quando il massimo consentito era un contratto di associazione in partecipazione… eh, sì, con una piccola percentuale, che nel mio caso variava dal 3 al 7%, venivi stipendiato in base all’incassato del negozio, e prendevo bei soldi eh! Per una che iniziava a lavorare per la prima volta trovarsi con 700 mila lire in tasca, quando andava male, e 1milione e 500 mila lire (a volte più!), quando andava bene, era ricchezza.
Ma io ambivo al contratto a regola d’arte, volevo le ferie quando le avevano tutti, e i contributi, e la malattia… insomma come dice Checco Zalone, IL POSTO FISSO! 🤦♀
In questi piccoli negozietti il clima era familiare, si instauravano delle belle amicizie tra colleghe… eravamo al massimo due commesse più la titolare 😂 e il rispetto regnava sovrano. Ma io volevo il posto fisso!
Alle 10 si prendeva il caffè sull’uscio del negozio, in faccia al sole e nessuno, passanti, clienti o titolare ha mai pensato fosse disonorevole, lesivo per l’immagine del negozio, spesso ci scappava anche la sigaretta… e alle 5 del pomeriggio il rito si ripeteva. Ma io volevo il posto fisso.
Poi c’erano le cene del fine settimana, rigorosamente offerte dalla titolare… Ma io volevo…
Si lavorava le domeniche solo a dicembre e per Pasqua, d’estate si facevano i turni con la titolare ma si lavorava talmente bene e in armonia che spesso mi capitava di trovarmi a far compagnia alla collega.
Ah, lunedì mattina negozio chiuso!
Poi sono arrivati i centri commerciali, le grandi aziende, quelle che ti fanno il tempo indeterminato e che fanno riempire la bocca alle mamme ‘Wow, mia figlia lavora al centro commerciale… wow, in quel negozio che wow… sai quel marchio…’ … ‘Ah sì, dove c’è Calzedonia, e la Benetton, e Bata, e Yamamay, e Champion…’ etc etc etc… (altri marchi immancabili li ometto volontariamente perché solo nominarli mi fa venire i conati 🤢).
Le commesse diventano ‘addette alle vendite’ (ari wow!), quelle che hanno avuto un’infanzia felice rimangono tali, senza nessuna possibilità (né voglia) di far ‘carriera’. Alle altre, quelle che hanno avuto un’infanzia infelice, che devono riscattarsi da passati soprusi, che credono nel potere del potere, che l’azienda riesce a plagiare, che non hanno una vita privata degna, quelle che l’unica gratificazione è sottomettere…
Beh, quelle diventano responsabili (aspè, adesso si dice store manager… wow) altre capoarea (district manager)…
🤔 ora che ci penso anche noi commesse – addette alle vendite – siamo diventate sales assistent.
Mansioni: allestimento, vetrine, ricezione merce, cassa, magazzino, pulizie… E VENDERE! Nessuno deve entrare in negozio senza essere stalkerizzato, nessuno deve uscire senza aver acquistato.
Se non sei in linea con media pezzi, media scontrini, target individuale, indice di conversione la colpa è solo tua, non vali niente, neanche come persona, questo ti inculcano così se non ti sta bene c’è una porta bella grande, se resisti sarai sempre sotto ricatto e prima o poi il modo per farti fuori lo trovano.
Ah, dimenticavo, vietato prendere il caffè, mangiare anche se fai il turno lungo senza pausa pranzo (what’s pausa?). Vietato chiedere una domenica libera, vietato prendere impegni di qualsiasi genere, nemmeno una visita medica perché il negozio viene prima di tutto e tutti, sia mai che il giorno che hai la visita si ammala la collega. Dimenticati colloqui, recite, feste di carnevale. Vietato avere una vita privata e una famiglia. Vietato chiedere ferie a luglio e agosto, le vacanze estive in un centro commerciale sono a maggio, giugno e settembre… Poi ci sono quelle invernali… No gennaio, No marzo, No aprile al massimo una settimana o qualche giorno… A ottobre e novembre si va in ferie a ore 😅. Niente smalto, trucco leggero, la sales assistent deve essere anonima e non mettere in ombra la cliente, vietato vestirsi a ‘piacere’, se non c’è la divisa devi acquistare e indossare capi del negozio… e se sgarri anche solo con un golfino nero che quello del negozio era bagnato so caxxi… vuoi che non passi la district manager proprio oggi! Sai che cazziata! 🤦♀
‘Come hai potuto?? E già che l’altra volta ti ho trovata col succo di frutta sotto la cassa! Da te non me lo sarei mai aspettata!’
(Credetemi, è tutto vero!)
Finché ci sei dentro è quasi tutto normale… Ma se hai la sfortuna-fortuna di starne fuori per un po’ ti rendi conto che forse si stava meglio quando si stava peggio!
E quando per loro non hai più l’età? Dopo averti spremuta per bene, vessata, distrutta, ti trasferiscono a centinaia di chilometri con le scuse più subdole. Per quanto ti possa impegnare a svolgere al meglio il tuo lavoro per l’azienda rimarrai sempre e soltanto un numero. Avanti un altro.