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La commessa si confessa: l’inferno dello shopping

“Faccio la commessa, a mio figlio è stato diagnosticato il DSA ma non riesco ad ottenere i turni agevolati dalla mia azienda per poterlo seguire nel difficile percorso scolastico, nonostante mi sia riconosciuta la legge 170”. E ancora: “Ho la legge 104 articolo 3 comma 3 ma non riesco a seguire il mio familiare perché l’azienda fa di tutto per rendermi la vita impossibile, imponendomi turni infernali”. E potrei continuare. Ancora, e ancora.

Molto spesso si tratta di donne e nel commercio avere un diritto, anche un diritto come questo, sembra impossibile. E quando lo eserciti, perché non puoi fare altrimenti, scattano le ritorsioni e le rappresaglie. Anche una banale influenza può divenire fonte di emarginazione e di comportamenti che tendono all’isolamento e al mobbing.

Ecco cosa mi trovo davanti ogni giorno. E il solo scriverlo mi fa venire il vomito. Perché in una società degna di essere chiamata tale tutto questo non dovrebbe avvenire. Ma lo shopping ha le sue regole che violano quelle del rispetto e del buon senso. Lo shopping non si ferma mai, neanche la domenica o i giorni festivi. E non importa se hai una famiglia, un parente malato o un bambino da dover accudire, vengono prima le esigenze aziendali. Vengono sempre prima queste cazzo di esigenze aziendali.

Ne ho viste piangere di mamme, di mogli, di figlie, che non riescono a gestire il quotidiano, che si sentono finanche in colpa per una colpa che non hanno.  E alla fine le ritrovi lì, in fila all’ispettorato del lavoro e al patronato a rassegnare le dimissioni, che per assurdo sembrano loro una liberazione. E non importa se poi scivolano sotto la soglia di povertà. Preferiscono essere povere davvero che povere ma devastate da un lavoro sottopagato e totalizzante.

Perché tante di loro sono monoreddito e separate, spesso proprio a causa di quel lavoro. Non scorderò mai la confessione che una cassiera del Carrefour di largo Loria, a Roma, fece alla mia mamma – cliente abituale di quel supermercato storico – “Io la domenica lavoro sempre signora… alla fine mio marito si è organizzato con un’altra”.

Ecco, allora vi chiedo un favore, non giudicate questa categoria superficialmente. Quando andate a fare la spesa o lo shopping, parlateci con queste donne, cercate di entrarci in empatia: scoprirete un inferno nascosto sotto quelle luci al neon, dissimulato dalla musica che esce dagli altoparlanti e dai quei sorrisi amari che ricevete da protocollo aziendale.

About Francesco Iacovone

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Un commento

  1. 12.00 l’ora contratti a tempo indeterminato niente fuori busta, e al datore di lavoro abbassiamo il costo del lavoro al 25×100 e poi vediamo che dicono, queste sono per me proposte serie no le promesse compate in aria per far chiudere tutto il festivi fate queste proposte avrete dalla vostra parte anche i cittadini.

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