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La commessa subisce violenza e si sfoga su Facebook

Elisabetta è una commessa di un negozio di telefonia e il suo sconcerto lo lascia impresso su un post Facebook nel gruppo “Le commesse Sante subito”. A qualcuno potrebbe sembrare surreale, ma chi conosce il settore sa bene che questo vergognoso episodio è solo la punta di un iceberg che viene celato, vuoi per paura di perdere il lavoro o vuoi per pudore, e che ben descrive il clima di violenza quotidiana al quale sono sottoposte queste lavoratrici.

“Io mi scuso da subito per l’argomento, ma sono scioccata”.

Comincia così il racconto di Elisabetta, incredula delle parole che le sono cadute addosso con inaudita violenza. Tanto da sentirsi in dovere di scusarsi per il solo fatto di averle rese pubbliche.

“Entra un cliente, visto più volte, ma mi trova sola in negozio. Mentre faccio la pratica necessaria (telefonia) lui si mette a parlare. Mi racconta di quando aveva le figlie piccole ed andava al mare con loro, mi dice che noi donne oramai ci depiliamo tutto e che così facendo siamo meno attraenti, che il vedo e non vedo è meglio. Infatti mi dice che mentre era con le figlie, una tipa prendeva il sole a gambe larghe e si vedeva la peluria pubica, ma lui preferiva un’altra tipa che passava con il vestitino trasparente.”

Elisabetta prosegue nel suo racconto e dalle sue parole traspare ben chiaro lo schifo che prova, un tentativo di esorcizzare questa violenza subita attraverso il suo sfogo pubblico .

Questa lo ha eccitato a tal punto, mi dice, da dover andare a masturbarsi. Mi guarda e prosegue: ‘Anche come sei vestita tu oggi è molto intrigante (salopette di lino morbida e coprente, per la cronaca), e sono felice di essere venuto qui da te!’. Io ho ringraziato il cielo di avere la mascherina e così aver potuto nascondere la mia faccia. Sono schifata e scioccata. Ma dove siamo arrivati”.

Cara Elisabetta, non è la tua faccia a doversi nascondere, ma quella di quello schifoso, che dal tuo racconto si evince essere anche un padre di famiglia, che usa violenza contro una donna. Senza farsi scrupolo alcuno.

La condizione femminile nei luoghi di lavoro del commercio va cambiata. Non c’è più tempo. E per farlo è necessario denunciare, trovare il coraggio di raccontare e raccontarsi. Perché un mondo così fa schifo. Ma schifo davvero!

Un abbraccio a Elisabetta e a tutte quelle che questa violenza la subiscono. Ogni giorno. Durante ogni turno di lavoro.

About Francesco Iacovone

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