E’ l’alba della domenica elettorale, la giornata che ci consegnerà i nuovo sindaco della Capitale. Il solito caffè accompagna i miei pensieri che volano alla Coop di Guidonia, a due passi da Roma; a quelle due lavoratrici che venerdì mi hanno rappresentato con le loro parole, i loro sguardi persi nel vuoto, le buste paga e le tabelle dei turni, cosa significhi davvero essere sfruttati.
Costrette a lavorare anche per uno o due mesi senza alcun giorno di riposo e lasciate a casa, anche per intere settimane, se provavano a rivendicare il benché minimo diritto; turni quotidiani dalle ore 6.00 alle 9.00 e dalle 21.00 alle 23.00-24.00, o finanche alla 1.00 di notte, con ripresa il mattino dopo; paghe da fame, sotto i 5 euro netti l’ora, certificate da buste paga con palesi irregolarità.
Soci lavoratori che non hanno mai partecipato ad un’assemblea, non hanno mai visto un bilancio né tanto meno diviso un utile; che lavorano in appalto per la grande Coop, quella del tenente Colombo e della Littizzetto, quella de “la Coop sei tu”…
È questo il quadro agghiacciante che emerge dai dipendenti della cooperativa che gestisce l’appalto del rifornimento alla Coop di Guidonia. E chissà quante cooperative sparse dal nord al sud del paese, riservano questo trattamento a donne e uomini che hanno bisogno di lavoro. Chissà quante cooperative fanno della Carta Costituzionale, ispiratrice di questa particolare forma d’impresa, carta straccia.
E mentre il presidente della Lega delle Cooperative, Mauro Lusetti, dichiara di combattere una battaglia contro le false coop si dimentica di verificare le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti i dipendenti che operano in appalto per le sue associate.
La Coop, tra una velata minaccia di querela nei miei confronti e l’assicurazione che verificherà le condizioni dell’appalto, si dimentica che quella verifica dovrebbe essere preventiva e dovrebbe proseguire costantemente per tutta la durata dell’appalto. I responsabili della Coop, d’altronde, lavorano al fianco dei lavoratori “in appalto” e mi risulta difficile credere che non se ne sia accorto nessuno di quelle facce stanche, sempre le stesse, anche per un mese o due di fila, tutti i giorni e tutte le notti.
E’ l’alba della domenica elettorale, ma è anche l’alba di una battaglia per riconsegnare ai lavoratori della Coop di Guidonia dignità, salario e le condizioni di salute e sicurezza, che quei turni di lavoro fuori da ogni logica di buon senso hanno messo in serio pericolo.
A quelle due coraggiose lavoratrici tutto il mio sostegno e spero che voi ci facciate un grosso in bocca al lupo, perché questa è davvero una battaglia da vincere!!