Al rientro dalle ferie mi è andato l’occhio sul citofono del mio palazzo, 18 interni numerati tranne il mio… Francesco Iacovone – interno B. Ma non è quella la differenza che mi ha interrogato, d’altronde ho fatto pace con me stesso e con il mio modo originale di essere nel mondo, alla perenne ricerca dell’isola che non c’è.
In realtà, quello che mi ha colpito e ha stimolato i miei pensieri è l’aver notato, per la prima volta, che il mio citofono è l’unico del palazzo ad avere un nome ed un cognome: non due, non un nome maschile e uno femminile, non una moglie ed un marito o una compagna ed un compagno… Insomma, lo stato civile è ben chiaro, anche alla mia postina: “SOLO”.
Ma basta questo a certificare una solitudine? Fino a qualche anno fa anche il mio citofono aveva due nomi e due cognomi, anche il mio citofono raccontava alla mia postina che nel mio appartamento abitava una coppia, i condomini ci chiamavano con un solo nome che era la somma dei nostri due nomi senza interruzione, ma in realtà con il tempo ho scoperto che ognuno di noi due si era costruito una nicchia appartata in cui viveva in solitudine, separato dall’altro; senza un vero dialogo, senza uno scambio autentico. Ufficialmente insieme, la mia postina avrebbe potuto testimoniarlo in ogni sede, ma in realtà soli, ognuno rinchiuso nella propria nicchia, ognuno a combattere i propri mostri.
Un condominio è un microcosmo che vive nelle sue dinamiche strane dei lunghi silenzi in ascensore o dei discorsi limitati al tempo o al funzionamento del cancello elettrico, ma con un po’ di attenzione ho scoperto che molti dei “citofoni a doppio nome” nascondono quella solitudine che non è propria dell’indipendenza, quella solitudine desiderata, conquistata; a volte fredda, questo sì, ma anche silenziosa, meravigliosamente silenziosa e grande. Quei “citofoni a doppio nome” spesse volte nascondono quella solitudine, sconosciuta alla mia postina, che non è altro che la somma di due tristi solitudini.
Al rientro dalle ferie mi è andato l’occhio sul citofono del mio palazzo, 18 interni numerati tranne il mio… Francesco Iacovone – interno B, stato civile “SOLO”, ma in realtà non mi sento solo affatto…