LA CERBIATTA
Uno spillo dagli occhi di cerbiatta! Questo devo pensare, nient’altro. Gesù! Che emozione! Lo ha detto ad occhi bassi e anch’io li ho abbassati i miei occhi da cerbiatta. Che mi importa che le quaranta ore settimanali sono diventate venti? No, a questo non devo pensare! Mi piace lui. Gli piaccio io. Questo solo importa. Ma come faccio quando arrivo al centro commerciale? Stacca dal lavoro, mi raggiunge e vuole offrire sempre lui ed io non voglio. Non credo guadagni molto neanche lui ma lui non dice e io non chiedo.
Lo devo fare anche oggi che è domenica! Concentrarmi solo su quel suo sorriso che mi riempie il cuore, l’anima, la vita mia, l’aria che mi è intorno. Gesù divento rossa solo a pensarlo. Ma senti come sono calda! Ho le guance in fiamme.
Se andiamo al McDonald’s, sei o sette euro, se ne va quasi un’ora intera di lavoro; da Spizzico anche, ma a lui piace andare al ristorante che hanno aperto adesso proprio accanto al mio negozio di intimo. Magari fosse mio! Ci lavoro solo. Il ristorante non è caro, certo, ma mi costa due ore di lavoro. E che cavolo! Perché poi abbassarmi le ore?
Da due, abbastanza felici a quaranta ore con contratto trimestrale, siamo diventate quattro infelici a venti ore per i prossimi tre mesi. Turniamo tre giorni su sette, quattro, cinque giorni su sette, sette su sette, secondo la fantasia e la creatività della Store manager. Tre ore sabato e due domenica e nemmeno questo fine settimana posso partire con lui. “La casa dei miei fuori Roma. Non spenderemo nulla vedrai!” ha insistito.
Ho una vita bloccata ad ore. Lavoro e non lavoro. Vivo e non vivo.
Ma lui, Daniele!
Glielo dirò “Ho quasi 29 anni. Vivo ancora con i miei genitori. Sono imprigionata in questo lavoro e non ne trovo un altro. Vorrei vivere d’aria, librarmi in volo. Partiamo domani?”
“Storie” di Biagia Todino