Questa crisi di Governo e il possibile aumento dell’IVA mettono in serio pericolo l’occupazione dei lavoratori del commercio. Le associazioni di categoria parlano di 380mila posti in meno, che si andrebbero a sommare alle infinite crisi aziendali degli ultimi anni. E nello stesso tempo potrebbero vanificare la promessa mancata del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio: quelle tanto agognate chiusure domenicali e festive che erano state uno dei suoi cavalli di battaglia in campagna elettorale.
Insomma, una classe dirigente irresponsabile mette a rischio il futuro di chi vive di salario.
Se continuerà questa sceneggiata si assisterà ad una ulteriore contrazione dei consumi. Ad altre crisi aziendali nel commercio. Ad altre chiusure, ad altri licenziamenti. Ad ulteriori compressioni di diritti e di salario. Ora le due compagini che formano il Governo si rimpallano le responsabilità: la bestia contro Rousseau. Ma a pagare saranno solo le lavoratrici ed i lavoratori. Gli stessi che erano stati illusi con la bufala delle chiusure domenicali e festive.
Il Governo del cambiamento, ma in peggio, non tiene in alcun conto il Paese reale, né tanto meno la seconda attività produttiva italiana e i suoi lavoratori.
Veniamo da una crisi profonda che ci consegna il preoccupante dato di ben 32mila negozi in meno dal 2011 ad oggi. Un’emorragia che ha portato a bruciare almeno 3 miliardi di euro di investimenti delle imprese. E altri 5mila negozi sono destinati a sparire quest’anno, al ritmo di 14 al giorno. L’aumento dell’IVA avrebbe un effetto devastante sulla fiducia delle imprese, produrrebbe una contrazione dei consumi senza precedenti e la conseguente perdita occupazionale più massiccia degli ultimi anni.
Se il Governo aveva in mente di chiudere la domenica e i festivi chiudendo definitivamente migliaia di attività commerciali, ha imboccato la strada giusta. Ahimè.
Io faccio umilmente il sindacalista, e come tale non ho alcun governo amico, ma auspico che non cada questa legislatura, che si tenga aperta la X Commissione attività produttive e commercio della Camera dei Deputati (la quale ha acquisitola mia relazione). Che si proceda al più presto a promulgare una legge che riconsegni dignità ai lavoratori del commercio. Perché non è affatto vero che le aperture domenicali e festive spingono i consumi, il futuro Governo si occupi di aumentare i salari e vedrà che l’economia di questo Paese andrà di certo meglio e la domenica 3 milioni e mezzo di lavoratori potranno tornare a godere del riposo in famiglia.