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L’Epifania il contratto precario te lo porta via: parola alla commessa

Mancano pochi giorni allo scadere del mio mese da commessa precaria. Ma che dico precaria? Si dice “contratto a termine”, o si usano scioglilingua come “co.co.co”, “co.co.pro” e via dicendo. Insomma, uno di quei contratti che ti “regalano” per il Natale e che l’Epifania te li porta via.
Beh, il contratto è a termine, ma il ricordo che lascerò di me sarà indelebile. Il modo in cui impilavo barattoli di pomodoro rimarrà nella storia, al pari del mistero sulla costruzione delle piramidi egizie. Così come farà parte degli annali della guida spericolata, il mio “destreggiarmi” tra le corsie a cavallo del muletto elettrico, per di più condotto senza patente. Per non parlare dei 3 cartoni di bottiglie che ho rotto, inondando di olio il negozio; cosa che, comunque, ha stimolato le doti di equilibrismo della gentile clientela.
Per fortuna, ho riorganizzato in maniera più razionale ed esteticamente accattivante il reparto dei vini, ragion per cui il mio direttore ha revocato il mio quasi sicuro confino. Il megabastardo, tra l’altro, mi ritiene una ragazza di costumi assai disinvolti. Mi ha visto in pausa con Giorgio, prendere un caffè con Stefano e ha sicuramente elucubrato sui passaggi per casa che, quando coincidevano i turni, mi dava Damiano.
In quest’ultimo mese, le mie amiche sono riuscita a mala pena a sentirle al telefono. A Natale sono arrivata appena in tempo al cenone, stanca come un mulo. E il 26 dicembre, alle 6.00 a.m. ero di nuovo al lavoro. Eh si… un bel regalo di Natale questo contratto.
Con grande vantaggio per la mia linea, ho trascorso l’ultimo mese a perdifiato, senza un attimo di respiro. Qualche bolletta è pagato, ma tra poco sarò ancora senza lavoro. Sembra che ci sia in vista qualcosa in uno di quei negozi di panini… si… proprio quello famoso. Quello che somiglia a un supermercato, con gli addetti che non conoscono bene la differenza tra manzo e vitella, ma li sanno chiamare in perfetto inglese.
Insomma, l’Epifania il mio contratto precario lo porta via. Il mio contratto non prevede diritti, né tanto meno futuro. Il mio contratto è un soffio di gelido vento invernale che si scioglie prima della neve. Il mio contratto sta per scadere ed io… Speriamo che me la cavo!!

La storia è liberamente tratta dalla mia fantasia, o forse no!!

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