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Onorevole Presidente Boldrini, sono una donna, vittima di una violenza che si chiama precarietà!

Onorevole Presidente Boldrini, sono una donna e anche io sono vittima di violenza.
Onorevole Presidente Boldrini: IO SONO PRECARIA.
Domani è il 25 novembre, e quando si pensa alla violenza di genere, s’immagina sempre una donna soggetta a maltrattamenti fisici, senza pensare che ci sono tante sfaccettature della violenza e io, insieme alle mie colleghe anch’esse precarie, subiamo quella violenza perpetrata nei luoghi di lavoro.
Una violenza che oggi voglio denunciare, non perchè domani è 25 novembre, ma per tutti i giorni dell’anno. Una violenza che non è  perpetrata dalla mano dell’uomo che mi ama e che amo, ma è più sottile, talmente sottile che è entrata silente nel mio vivere quotidiano, nel vivere quotidiano di intere generazioni.
Onorevole Presidente Boldrini, sono la più precaria dei precari, ho contratti giornalieri che iniziano quando timbrio l’inizio del turno di lavoro e terminano con la timbratura all’uscita.
Vivo sospesa al filo del telefono, pregando sempre, ogni giorno, ogni singola ora, che arrivi anche a me la chiamata che mi consente di lavorare, di guadagnare quel poco di salario per poter sopravvivere.
Non ho diritto ad ammalarmi, perché perderei il punteggio conquistato ogni giorno lavorato, perché sprofonderei in fondo alla graduatoria precaria. Un caporalato di Stato, dove la strada è sostituita dallo smartphon e il caporale dalla dirigente scolastica.
Vede, Onorevole Presidente Boldrini, non ho diritto neanche a curarmi. Non posso prenotare una visita medica, dal momento che non so se e quando lavorererò.
Non ho diritto ad un futuro remoto; non ho diritto neanche ad un futuro prossimo, perché vivo alla giornata.
Non ho diritto ad avere dei sogni, perché la mia condizione precaria non me lo consente.
Eppure io dei sogni li ho, ne ho bisogno e diritto!!
Sogno di potermi alzare ogni mattina senza vivere l’ansia di non sentire lo squillo del telefono.
Sogno un futuro migliore, un contratto stabile che mi permetta di comprarmi una casa, sposare l’uomo che amo, crearmi una famiglia numerosa o, più semplicemente, organizzare i miei impegni!
Onorevole Presidente Boldrini, sono una donna, anche io vittima di violenza, una violenza che si chiama precarietà!
Cordiali saluti
Assunta (nome di fantasia e grande speranza)

Pubblico volentieri la lettera inviatami da questa donna precaria, contro la retorica che scorrerà a fiumi domani e che non affronterà uno dei nodi più importanti per poter combattere la violenza di genere: quello della precarietà.

About Francesco Iacovone

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