Premetto che non sono un appassionato della festa della mamma, nata negli anni 50 per esclusivi fini commerciali, ma la lettera di questa commessa fa riflettere, a lungo. E dimostra quanto sia divenuto alienante questo lavoro e quanti rubi tutto, finanche l’anima.
Vi lascio alle sue amare e disperate parole:
“Buonasera Francesco, sono una “store manager” di Palermo, opero in una gioielleria di un centro commerciale dal 2009, da qualche anno la mia insofferenza diventa estrema… perché mi sono stancata di non avere mai tempo per la mia famiglia e la mia vita. E non sopporto più il continuo pretendere sempre più dal mio capo, assoluto detentore della mia esistenza!
Da qualche mese ho iniziato a stare male fisicamente, come se quel coraggio che io ho sempre rimandato per senso morale del dovere, il mio corpo me lo stesse urlando a squarciagola: attacchi di panico e malessere inconsolabile e inspiegabile. Ansia e agitazione solo all’apertura di una mail o allo squillo del telefono. Una strana paura di impazzire!
Non sono più capace di organizzare il mio tempo e le mie priorità al lavoro senza sprofondare nel panico e nella confusione. Il mio medico mi ha dato un periodo di malattia per sindrome ansiosa depressiva consigliandomi una visita neuropsichiatrica. Ma mentre aspetto i lunghi tempi d’attesa il mio capo mi chiama sul cellulare usando il suo solito terrorismo psicologico: “Una responsabile non può mettersi in malattia nel periodo della festa della mamma…” (periodo importante nel commercio dei gioielli).
Ma io non mi sento in grado di rientrare… non ne ho forza e voglia… tremo e mi manca l’aria all’idea… e comunque non posso e non voglio perdere il mio lavoro. Magari potrei farmi demansionare per condurre una vita più serena? O cos’altro cosa devo fare???
Mi sento di impazzire!”