Pfizer o AstraZeneca? Poca chiarezza sui vaccini che espone i cittadini

A Primo Mattino ho fatto luce su alcune vicende controverse della campagna vaccinale del Lazio, in particolar modo ho parlato dei ritardi nell’inoculazione della seconda dose di Pfizer e dei rischi degli open week di Astrazeneca per i più giovani invitando l’assessore D’Amato al confronto.

Stop agli open day AstraZeneca: 4 casi gravi, rispettare le indicazioni Aifa

In pochissimi giorni 4 eventi avversi alla somministrazione del vaccino AstraZeneca. In Liguria, in Toscana e in Calabria. Al San Martino di Genova è ricoverata in gravi condizioni una ragazza di soli 18 anni e una 34enne ha avuto un evento avverso grave. A Lucca è grave una donna di 42 e in provincia di Catanzaro è in fin di vita un dipendente della Polizia Locale. Le due donne avevano partecipato agli open day delle loro regioni.

Lo avevamo scritto il 4 giugno e siamo stati, purtroppo, profetici nostro malgrado. Lo sprezzo per le indicazioni degli enti regolatori e delle case farmaceutiche dimostrano la smania di una politica che antepone il consenso alla salute pubblica. Una gara tra regioni che rischia di minare la fiducia dei cittadini nei vaccini e dà fiato ai Novax

AZ può causare una trombosi venosa associata a diminuzione delle piastrine che può avere esito fatale. Questa complicanza è stata descritta in soggetti dai 20 ai 55 anni, ma le persone di gran lunga più colpite sono le giovani donne. Il vaccino AstraZeneca non è mai stato approvato dall’agenzia del farmaco statunitense (FDA) ed è stato eliminato dal programma di vaccinazioni di vari paesi europei, come Austria, Norvegia e Danimarca. Altri hanno messo delle limitazioni all’uso di AZ: in Italia è stato raccomandato l’uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni, ma il nostro Governo e le regioni non tengono conto di queste raccomandazioni e vanno avanti senza valutare le conseguenze.

Nel frattempo si assiste alla contraddizione evidente di vedere fragili e anziani ancora in attesa della seconda dose Pfizer posticipata da 21 a 42 giorni, mentre si apre ai giovani e si è creata una confusione incredibile con chiusure e cambi di hub o folle e assembramenti per gli open-day. Con buona pace della Pfizer e degli enti regolatori che prevedono la somministrazione della seconda dose dopo 21 giorni e l’evidente rischio che cresce con le varianti e rischia di causare infetti tra i pazienti fragili. Insomma, la politica sta distorcendo la scienza a suo piacimento sulla salute dei cittadini ed è ora che qualcuno raccolga la nostra denuncia.

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