Stasera Roma pianga. La tromba di un ascensore della metro A ha fagocitato la giovane vita di un bambino, a un paio di fermate da me. Una mamma e un papà disperati per una morte tanto assurda. Una città decadente e degradata, spolpata fino all’osso da chi si è arricchito sui beni comuni. Roma e i romani piangano quella giovane vita e si rammarichino di non aver fatto abbastanza.
Stasera io piango, mentre ascolto le dichiarazioni di facciata dei politici che hanno privatizzato la città; mentre il Sindaco Marino dichiara il lutto cittadino per il giorno di quei funerali che si sarebbero dovuti svolgere tra 90 anni; mentre si osserva un ipocrita minuto di silenzio durante gli spettacoli: dal Teatro dell’Opera all’Auditorium e Santa Cecilia. Mentre si annullano i dibattiti della festa dell’Unità, zeppi di “privatizzatori”.
Stasera Roma pianga, piangano i cittadini che non hanno fatto abbastanza per impedire questo scempio; piangano quelli che alle prossime elezioni voteranno i soliti noti; piangano quelli che non prendono posizione, che “tanto è così e non può cambiare”; piangano quelli che “il marcio lo vedo, ma che ci posso fare”. Pianga chi non ha coraggio, chi ha smesso di sognare e di lottare, pianga chi non se la sente e chi non vuole.
Stasera Roma alzi la testa e, tra le lacrime, abbia il coraggio di dire basta… Con il piccolo Marco nel cuore!!
Ho sentito le parole della mamma, non ho un figlio quindi non credo neanche di poter immaginare lontanamente… Provo una immensa vergogna e piango… piango per quello che poteva esser fatto… piango perché non si è fatto.
Caro/a Anonimo, credo che nessuno di noi possa immaginare il dolore di quella madre, di quel padre. Il dolore per una perdita assurda e innaturale. Un padre ed una madre che sopravvivono ad un piccolo con tutta la vita davanti… Non si può, non si deve morire così!!
Dolore e rabbia