Cree Ballah, commessa 20enne di Toronto, si ribella al colosso del fast fashion Zara, per il quale lavorava e che, secondo la ragazza, l’avrebbe discriminata per le sue treccine.
La commessa racconta di essere stata,“umiliata” per via della sua acconciatura ritenuta poco professionale. Delle boxer braids o treccine da pugile che, come racconta ‘Metro Uk’, la ragazza sfoggiava durante i turni lavorativi presso il punto vendita di Scarborough, a Toronto.
“Mi hanno portata fuori dal negozio – ha raccontato Ballah – e mi hanno detto ‘Non vogliamo offenderti ma preferiamo un look professionale e la tua acconciatura non è adatta a Zara’”. L’incidente, ha raccontato la 20enne, è accaduto in un centro commerciale pieno di persone e davanti ai suoi colleghi, umiliandola.
“La mia acconciatura è legata alla mia razza – ha spiegato – per me è stata come una discriminazione contro la mia etnia. I miei capelli sono spesso ribelli e così cerco di tenerli a bada come posso, ma evidentemente le trecce non rientrano negli standard di Zara”. Dopo aver denunciato l’accaduto al dipartimento delle risorse umane del marchio spagnolo, Zara ha replicato alle accuse affermando di “essere un’azienda multiculturale che ha lavoratori e clienti di diverse nazionalità, orientamenti, culture, lingue e tradizioni”.
“Zara non ha delle regole formali per quanto riguarda le acconciature dei suoi lavoratori – ha spiegato l’azienda – ci aspettiamo però che tutti i dipendenti abbiano un aspetto professionale che permetta loro di servire i nostri clienti. Siamo orgogliosi della nostra forza lavoro diversificata, e non tolleriamo alcuna forma di discriminazione”.
La multinazionale di proprietà di Amancio Ortega è balzata ancora una volta agli onori della cronaca. E’ di qualche tempo fa l’attacco di Selvaggia Lucarelli a Zara e la risposta piccata della commessa. Insomma, cambiano le griffe, ma i problemi per chi lavora nel commercio sembrano sempre gli stessi.