A pochi giorni dalla Festa del Papà, ho raccolto lo sfogo accorato di un lavoratore Unieuro:
Quest’anno la Festa del Papà è di domenica, e cade nel week end che spetta a me, mia figlia la posso vedere un fine settimana ogni 15 giorni e tutti i giovedì. Peccato che al giovane (non sposato e non padre) direttore del mio negozio poco o nulla importino i miei problemi! E ovviamente ha ben pensato di mettermi in turno, con orario spezzato! Morale della favola anche quest’anno la Festa del Papà non la passerò con lei! Da quando il mio negozio ha chiuso, sono stato trasferito lontano da casa mia, e ancora più lontano dalla casa della mia ex moglie. Vedere mia figlia il giovedì è un’impresa titanica, e lei passa quasi tutti i nostri week end con i nonni, aspettando che torni dal lavoro!
Quando, carte del tribunale alla mano, ho chiesto turni agevolati (da contratto mi spetterebbero 2 domeniche al mese e un riposo infrasettimanale), in modo da far coincidere i miei riposi con i giorni in cui potrei vedere mia figlia, per tutta risposta mi sono visto mettere in turno proprio in quei giorni. Con l’unica “agevolazione” di poter prendere permesso “ogni tanto”, cioè quando fa comodo a loro scaricare ore! Così i miei permessi vengono addirittura inseriti nei turni senza che io abbia facoltà di scelta… sono disperato.
Dopo averlo incontrato mi rendo conto della forte pressione a cui è sottoposto, penso ad un accanimento nei suoi riguardi, ma lui prosegue:
Da Unieuro, la maggior parte dei dipendenti sono uomini, spesso padri, gente con responsabilità familiari e consapevolezza dei propri diritti. E questo all’azienda non piace. Un mio collega, con una Legge 104 e due figli a carico è stato spostato dall’altra parte di Roma, e gli rifiutano il trasferimento!
Cercano di sfiancarci in tutti i modi, ovviamente per loro sarebbe più comodo avere giovani a basso costo e senza famiglia.
Io leggo spesso il tuo blog, parli spesso delle commesse e dell’accanimento contro le mamme, da noi è il contrario, ce l’hanno coi padri!
Ad un mio collega, in un altro punto vendita volevano impedire di usufruire del congedo parentale nel periodo del volantino! Poi però quando chiede una pianificazione delle domeniche (che è un nostro diritto contrattuale) gli rispondono – beh, prendi il congedo se proprio ti serve quella domenica! -.
Siamo sotto pressione costantemente. Lavoriamo per portare i soldi a casa, ma quella casa e quegli affetti li viviamo a spizzichi e bocconi, e spesso con l’amaro in bocca!
Quando è andato via, portandosi dentro tutta la sua disperazione e forse solo un po’ di sollievo per il mio ascolto, ho riflettuto a lungo. È sempre lo stesso inaccettabile scenario: un mondo di profitto, in cui le luci dello shopping lasciano in ombra intere vite, spezzandole. Il valore delle merci da vendere continua imperterrito a seppellire i valori familiari, il valore del tempo, il valore della persona. E penso che i lavoratori Unieuro sono la più bella storia del passato Natale.
Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci. Il nostro cuore, quello umano, deve poter battere coraggiosamente per riprendersi quei diritti di riposo e di raccoglimento. Soprattutto quando, come in questo caso, il diritto coincide col dovere della genitorialità!