Vaccino Pfizer: il Tar del Lazio rinvia la decisione senza sospensiva, con buona pace di fragili e anziani

E’ proprio di questi minuti la notizia che il Tar del Lazio ha rinviato la decisione al prossimo primo giugno – nella discussione collegiale – per giudicare gli effetti del provvedimento della Regione Lazio, presentato da un gruppo di cittadini, che si sono organizzati su Facebook, che aveva recepito una comunicazione del Cts.

Un rinvio senza sospensiva che non ci soddisfa – dichiara Francesco Iacovone, del Cobas nazionale – perché tutti quelli che da qui al primo giugno hanno ricevuto la prima dose, riceveranno la seconda posticipata. Mi sono trovato catapultato in questo gruppo creato da Stefania Sambataro che assieme a me ha condotto in prima linea la battaglia, e ho toccato con mano la sofferenza delle persone anziane e con fragilità. Con patologie importanti e fiaccate nella psiche da oltre una anno di pandemia. Donne e uomini gettati nella disperazione per una scelta tutta politica che nulla ha a che vedere con la scienza.

La Regione Lazio e il Cts sono responsabili nell’aver alimentato, dopo il caso Astrazeneca, la sfiducia dei cittadini nella scienza, tanto più che mentre disattendono le indicazioni e il bugiardino della Pfizer per il richiamo del vaccino a 21 giorni, stanno vaccinando in massa con Astrazeneca tutte quelle fasce d’età per le quali quel vaccino è sconsigliato, contravvenendo alle raccomandazioni dello stesso Cts e dell’Aifa. Al Generale Figliulo voglio dire che  non siamo in guerra, ma siamo nel pieno di una crisi sanitaria che si combatte con il rigore della scienza.

Sono in pena per tutti i miei compagni di viaggio, persone che mi hanno sostenuto per tutti e quattro i giorni dello sciopero della fame.. Fino a condividere sul loro stesso corpo questa forma di lotta. Chiederò loro di sospendere questa protesta nonviolenta per proseguirla da solo. Costi quel che costi.

La battaglia continua, perché ancora troppi cittadini sentono tradito il legittimo affidamento e principio di massima cautela. E di certo non vogliono legittimare un uso “off-label” del vaccino. Una metodologia sperimentale consentita solo a fini “compassionevoli”.

Una lotta che dedico a te, mamma, che ci hai lasciato per questo maledetto Covid, proprio per non aver ricevuto il vaccino in tempo.

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