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Visite fiscali INPS: la battaglia di Chiara ha dato i suoi frutti… o quasi!

Ieri ho avuto un breve ma emozionante scambio di messaggi con Chiara: la lavoratrice che si è ribellata alle visite fiscali dell’Inps e ha vinto la sua battaglia. L’Inps, in Trentino, non solo alla fine ha accolto le sue ragioni, ma ha avviato un protocollo che porta il suo nome e prevede uno stop alle visite fiscali per i pazienti con malattie gravi documentate (come i malati oncologici), e il cui stato avanzato della malattia o le terapie impediscono loro di lavorare.

Ma Chiara, all’epoca dei fatti, dichiarò che “a quel punto non era più soltanto un fatto personale, ho pensato agli altri malati, forse la mia battaglia poteva servire a tutti”. E così è stato, o almeno in parte, perché la sua storia è arrivata fin sui tavoli della politica romana e in Parlamento.

L’articolo 69 del decreto legislativo 150/2009 e l’articolo 25 Dl 151/2015, ha escluso dall’obbligo della visita fiscale e quindi dall’obbligo di reperibilità, i soli dipendenti pubblici per i quali l’assenza dal posto di lavoro sia determinata da una serie di cause e motivi tali da non dover rispettare alcun obbligo di orari.

  • patologie gravi che richiedono terapie salvavita.
  • infortuni sul lavoro.
  • malattie per le quali è stata riconosciuta la causa di servizio.
  • stati patologici sottesi o connessi alla situazione di invalidità riconosciuta.

Per i dipendenti privati, invece, la questione è ancora avvolta dal mistero. Con l’entrata in vigore, il 24 settembre 2015, del decreto attuativo Jobs Act 151/2015 pubblicato in GU, il Governo ha previsto l’ipotesi che le cause di esclusione possano essere estese anche ai lavoratori dipendenti privati. Tale ipotesi di esonero reperibilità malattia sembra però non sia ancora in vigore, in quanto la norma afferma che sarà un altro nuovo provvedimento a dover fissare eventualmente le suddette cause di esclusione.

Io ho cercato tra le circolari dell’Inps e sui principali mezzi d’informazione, ma sono rimasto con tutti i miei interrogativi. Credo che molti, come me, ne abbiano. Quindi le possibilità sono due: o si è fatta poca informazione a riguardo, oppure il provvedimento necessario al decreto attuativo ancora non è stato emanato; e se così fosse che lo si faccia al più presto.

Chiara, nel nostro piccolo scambio epistolare, mi ha manifestato la volontà di voler condividere con tutte e tutti questa novità, frutto della sua lotta e del suo coraggio, ma: “Poi ho pensato di farlo quando sono più tranquilla, perché poi mi scrivono in tanti e io non ho la voglia in questo momento, di rispondere a tutti”.

Nell’attesa di avere notizie più certe e un’informazione più puntuale, io voglio ringraziare Chiara. Lo voglio fare perché parlando di questa enorme vittoria, con la modestia propria dei forti, mi ha detto: “In fondo ho solo avuto fortuna…”. Lo voglio fare rispettando la sua volontà di poter combattere in tranquillità la sua battaglia più importante. Magari quando se la sentirà leggerà le mie parole e, se volete, anche le vostre.

About Francesco Iacovone

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2 Comm.

  1. Santina Farelli

    Posso benissimo condividere con coloro che, colpiti da una grave malattia, sono impossibilitati a presentarsi al lavoro, anche in quello privato, anzi di più. Perche’ molto spesso, nel privato, esiste una maggiore insidia: nessuno deve avee in questi casi la visita fiscale.

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