Una riunione con le delegate di ZARA, un confronto sulle turnazioni delle domeniche lavorative e vedo i loro volti attoniti: “ma come? Noi pensavamo di avere condizioni di miglior favore!”
Maria, Pamela, Emanuela e Stefania hanno toccato con mano la nuova frontiera del mondo del lavoro. La possibilità di peggiorare le condizioni contrattuali attraverso i contratti di secondo livello, condita dall’abilità del datore di lavoro e dei sindacati firmatari di farti credere che ti è piovuta la manna dal cielo.
Ma analizziamo nel dettaglio la questione. Il CCNL del commercio, ahimè, parla chiaro e il numero di domeniche esigibili dal datore di lavoro è già elevato, ma facciamo due conti:
CCNL del Commercio – Art. 141 – Lavoro Domenicale
[…] Ferma restando l’applicazione delle maggiorazioni e dei trattamenti economici, anche su quanto previsto dal presente comma, previsti dalla contrattazione integrativa territoriale o aziendale sul lavoro domenicale, le aziende – al fine di garantire lo svolgimento del servizio in relazione alle modalità organizzative – hanno facoltà di organizzare per ciascun lavoratore a tempo pieno che abbia il riposo settimanale normalmente coincidente con la domenica, lo svolgimento dell’attività lavorativa nella misura complessiva pari alla somma delle domeniche di apertura originariamente previste dal d.lgs. 31 marzo 1998, n. 114 e del 30% delle ulteriori aperture domenicali previste a livello territoriale. […]
Tradotto: dopo l’entrata in vigore del decreto del governo Monti, noto come “salva Italia”, che di fatto ha completamente liberalizzato le aperture domenicali, il totale delle domeniche esigibili è divenuto 25.
Ma il contratto integrativo applicato in ZARA prevede turni che ruotano su 4/6 settimane con dentro una domenica di riposo. I lavoratori, nella migliore delle ipotesi, riposano 17 domeniche l’anno comprese quelle che coincidono con le proprie ferie.
La matematica non è un’opinione e 52-17 è uguale a 35 domeniche lavorative. Un miracolo, considerando che le lavoratrici pensavano di vivere una condizione contrattuale migliore rispetto ai colleghi delle altre catene commerciali.
Ma se ci spostiamo alla Coop — quella del tenente Colombo, della Littizzetto, del mantra “la Coop sei tu” — la situazione è simile o forse peggiore. All’Ipercoop di Aprilia, con il beneplacito dei sindacati di palazzo, per accordo sindacale si rende esigibile il lavoro domenicale e festivo per una quota pari al 75% del totale.
Dal CCNL della Distribuzione Cooperativa, che ancora vedrebbe facoltative quelle giornate, si passa a circa 40 domeniche annue e alla maggior parte dei giorni festivi esigibili. Tolte le ferie, possiamo dire che se non sono tutte le domeniche e i festivi, poco ci manca. Bel lavoro davvero!!
Meditate gente, meditate…